20.1.2017-Vales

Vales

Attività
20 Gennaio, 2017

Presentazione

 class=

Vale: stai bene!

In latino era l’indicazione di buon augurio più comunemente usata.

Etimologicamente in tutte le lingue neolatine essa è un’esortazione e un augurio di buona salute.

Vales: dove S sta per Scherma.

Quindi : Star bene con la scherma!

Da parecchi anni in ambito scientifico si è accertato, senza ombra di dubbio, che con un’attività fisica adeguata si ottengono importanti benefici in molte patologie.          
Non soltanto si parla di attività fisica per problematiche ortopediche, cardiache, respiratorie, traumatologiche, ma anche ormai per tutte le complicanze legate ai trattamenti delle malattie oncologiche. Pertanto in molti paesi vi è una vasta offerta di attività fisiche proposte ai pazienti oncologici.

In Francia l’ISERM da alcuni anni aveva stabilito, che i benefici dell’attività fisica ben adattata, in pazienti post operazione chirurgica o radioterapia per un tumore al seno, erano innegabili. Le recidive erano meno numerose, la qualità della vita migliorava e si riduceva il senso di “fatigue”, indipendentemente dal fatto che la paziente fosse sedentaria o meno prima dell’evento della malattia. Era quindi fondamentale consigliare di praticare un’attività fisica ad una donna dopo un trattamento per un tumore al seno.

Vennero dunque proposti differenti sport tra cui il nuoto, il badminton, ecc… e all’equipe della Dottoressa Hornus-Dragne di Tolosa, che da anni si occupava di pazienti con tumore al seno, venne l’idea di utilizzare la SCHERMA per permettere a queste pazienti di praticare uno sport che riunisse in sé tutte le caratteristiche fisiche e psicologiche utili a permettere loro un più veloce recupero e reinserimento nella vita quotidiana.

L’idea ebbe successo tant’è che oggi essa è ormai da anni applicata in tutta la Francia, poiché ha dato prova di ottimi risultati sia in termini di recupero post operatorio, sia di miglioramento della qualità della vita delle pazienti, e del senso di “fatigue”.

In Ticino non esisteva ancora nulla che implicava la pratica della scherma come attività proposta alle pazienti oncologiche.

Ecco il perché dell’associazione VALES e del progetto Antiope.

Esso ha come obiettivo di utilizzare la scherma per proporre un percorso ludico e sportivo che permetta di recuperare tutti quei movimenti fisici e tutti gli aspetti psicologici che la malattia ha compromesso, stimolando un’attitudine, sia fisica che psicologica, nel combattere la malattia. Questo seguendo le orme dei nostri colleghi francesi, a cui ampiamente riconosciamo il merito in questo campo.

I benefici e le controindicazioni

I benefici sono di vario genere e sono strettamente collegati all’attività:

  1. L’omogeneità dell’abbigliamento: La tuta da scherma è identica per tutte le pazienti, copre tutto il corpo, favorendo quindi il pudore delle donne segnate fisicamente dalle cicatrici della chirurgia, della radioterapia o dal porta-cath, che risultano scoperte quando ad esempio si indossa un costume per praticare il nuoto.

L’eleganza della scherma rivalorizza la propria immagine, perturbata dalla chirurgia, permette inoltre di scoprire un’attività ludica che include un dispendio di energie.

  • La posizione iniziale: La “guardia” insegna a rimettere in posizione corretta la spalla, la quale tende spesso ad assumere una rotazione interna dopo la chirurgia. Inoltre questa posizione migliora la postura, anch’essa modificata dopo la chirurgia.
  • La voglia di battersi e di vincere: Il bersaglio rappresentato dall’avversario, che viene toccato dopo una attacco o un contrattacco, aiuta a combattere la malattia.
  • Consapevolezza del proprio corpo: durante gli spostamenti è necessaria una buona coordinazione fra gli arti superiori e quelli inferiori; essa restituisce la consapevolezza di quella parte del corpo che spesso tende ad essere trascurata dopo un intervento.

I movimenti per parare, insegnati dal maestro, tendono ad avere un’ampiezza sempre più grande, in tutte le sue dimensioni, favorendo così la mobilizzazione delle spalle e delle braccia; questo aiuta inoltre a ridurre le aderenze delle cicatrici provocate dalla chirurgia.      
La posizione laterale della scherma è vantaggiosa in quanto permette alle pazienti di utilizzare la parte del corpo operata.

  • Socializzazione: Raggiungendo una “sala d’armi” si combatte la solitudine e l’isolamento  che spesso accompagnano i trattamenti di cura oncologica.

Ricordiamo inoltre che l’attività fisica è riconosciuta come l’unico trattamento contro la fatica indotta dal cancro e dalle cure chemioterapiche per la cura dello stesso.

Le controindicazioni sono le seguenti:

  1. Le metastasi ossee, in particolare quelle vertebrali, rendono pericolosa la pratica di sport che includono salti o forti impatti col suolo.
  2. Malattie cardiovascolari o osteoarticolari rappresentano un limite per le pazienti.
  3. La presenza di patologie croniche associate necessitano inoltre un adattamento ancora più specifico dell’attività e dello sforzo.
  4. Certe anomalie post operatorie della pelle, dei tessuti sottocutanei o dei linfonodi, possono ritardare l’inizio dell’attività.

Per contro il linfedema non risulta essere un intralcio per la pratica stessa.


 

 

Bibliografia di riferimento:

 

1.      Website de l’OFS

2.      Kesaniemi YK et al. Dose-response issues concerning physical activity and health: an evidence-based symposium. Med Sci Sports Exerc. 2001 Jun;33(6 Suppl) : S351-8.

3.      Lam TH et al. Leisure time physical activity and mortality in Hong Kong: case-control study of all adult deaths in 1998. Ann Epidemiol. 

2004 Jul;14(6):391-8.

4.      Leitzmann MF et al. Physicalactivity recommendations and decreased risk of mortality. Arch Intern Med. 2007 Dec 10;167(22):2453-60.

5.      Gregg EW et al. Relationship of changes in physical activity and mortality among older women. JAMA. 2003 May 14 ;289(18) :2379-86.

6.      Monninkhof EM et al. Physical activity and breast cancer: a systematic review. Epidemiology. 2007 Jan;18(1):137-57.

7.      Holmes MD et al. Physical activity and survival after breast cancer diagnosis. JAMA. 2005 May 25;293(20):2479-86.

8.      Ibrahim EM et al. Physical activity and survival after breast cancer diagnosis: meta-analysis of published studies. Med Oncol. 2011 Sep ;28(3) :753-65.

9.      Mack DE et al. Physical activity and psychological health in breast cancer survivors: an application of basicpsychological needs theory. Appl Psychol Health Well Being. 2013 Nov;5(3):369-88.

10.  Buffart LM et al. Mediators of physical exercise for improvement in cancer survivors’ quality of life. Psychooncology. 2014 Mar ;23(3) :330-8.

11.  La motivation chez des femmes atteintes par un cancer du sein. Création d’une section spécialisée et adaptée « Cancer du sein et escrime ». Thèse de Anne-Gaëlle BRESSON (directeur de thèse : Julie BOICHE), 2013, Faculté des sciences, Université Montpellier 1

12.  L’escrime dans la prise en charge du cancer du sein, Thèse de Florent MASSON (directeur de thèse : Dr Dominique HORNUS-DRAGNE), 2014, Faculté de médecine, Université Toulouse III-Paul Sabatier

 

Galleria Fotografica